Troppo sale. Un addio con ricette - 5 Angebote vergleichen

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Troppo sale, libro di Stefania Giannotti, edito da Feltrinelli. Una perdita irrimediabile è l’innesco silenzioso che provoca in chi racconta una nuova forma di devozione: la cucina – intesa non come distrazione, ma come applicazione e dedizione. La cucina come nutrimento per il corpo e per la mente. Una passione silenziosa per procedere nella vita quando si fa troppo salata. Una serie di gesti che ristabiliscono un legame con la realtà che sfugge.Dopo avere per caso incrociato il destino della vecchia trattoria milanese del Ponte Rosso, Stefania Giannotti abbandona la sua professione di architetta per percorrere una nuova strada e farsi cuoca. Davanti ai fuochi e girando fra i tavoli si ricostituisce, con i ragazzi che lavorano e i clienti più affezionati, una strana famiglia che diviene anche una sorta di rifugio e di protezione. E dalla trattoria si separa solo quando sente di aver portato a compimento il suo percorso, di poter guardare indietro, perché “il combattimento chiede un termine per fare posto a poca serenità e a tanto altro di grande”. Di poter augurare buona continuazione agli amici e a tutti quanti, in verità, si dispongono a stare, consapevoli, nella vita.Con padronanza di stile Giannotti dà respiro a una scrittura avvolgente, mai impressionistica, capace di calamitare le sue molte esperienze di vita, di intervallarle a ricette gustosissime – pause narrative e a propria volta esse stesse narrazione –, e di fondere in una sola trama lo strazio della perdita e il gusto dolce di esistere.Troppo sale è un memoir, ma anche un libro di meditazione e riflessione, ma anche un manualetto di cucina, ma anche un libro sul dolore. Stefania Giannotti ha cercato chi aveva perso nel tempo che ha dedicato alla cucina, alla ristorazione, agli amici. E non ha smesso di trovarlo. Perché in questa autobiografia si racconta di come cucinare può diventare, in forza di concentrazione e gioia, un modo diverso di stare al mondo.

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In questa autobiografia si racconta di come cucinare può diventare, in forza di concentrazione e gioia, una forma di rinascita.La morte del figlio - avvenuta nell'estate del 1990 a Carloforte, in Sardegna - è l'innesco che provoca nell'Autrice una nuova forma di devozione: scomparsa definitivamente con lui ogni possibilità di sentirsi parte di una famiglia, la Giannotti, donna da sempre sicura ed energica, architetta di professione, decide a un tratto di percorrere una nuova strada, dopo aver per caso incrociato il destino della vecchia trattoria milanese del Ponte Rosso. È una passione silenziosa, coltivata per saturare un'assenza e che finisce per restituirle un'altra famiglia , quella del suo ristorante, che oltre a essere frequentato da molte celebrità diviene anche una sorta di rifugio. Da qui si stacca solo quando sente di aver portato a compimento il suo percorso e di poter augurare buon viaggio al figlio, al proprio dolore, agli amici. A tutti quanti, in verità, si dispongono a stare, consapevoli, nella vita. Delle tre parti che scandiscono il libro, la prima fa perno intorno alla morte del figlio e al tentativo di elaborare il lutto trovando nell'arte della cucina una forma di compensazione. La seconda racconta l'impresa nuova e imprevista della gestione di un celebre ristorante sui Navigli, a Milano. La terza è un fitto scambio epistolare con l'amico e psichiatra Arnaldo di Salle, dal quale riceve consigli sui dolci da offrire agli ospiti. In tutte e tre le parti troviamo, pause narrative e a propria volta narrazione, tante ricette gustose.

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